La prima cosa che si nota stappando il Vardò di Fontezoppa è che sul tappo c'è scritto: "Il vino è vita. La vita è un brivido che vola via. È tutto un equilibrio sopra la follia. Vasco Rossi".

 

Qua siamo nelle Marche e questo è il Vardò nella sua ventesima edizione. È un vino molto particolare. È un uvaggio di cinque vitigni dove fa un po' da padrone il Sangiovese, ma è bene accompagnato da un Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Merlot e Petit Verdot. A naso c'è il marchio di fabbrica di Fontezoppa quindi quella nota un po' speziata, un po' pepata. C'è sempre questo sentore che è molto marcato e anche molto piacevole.

Vardò era un personaggio che aveva un'osteria a Civitanova Alta nelle Marche dove le persone si portavano il cibo e lui invece metteva nelle tavolate questi vini che raccoglieva dai contadini locali. La cosa bella era che lui ad un certo punto, alle dieci e mezza di sera, un po' si stufava, si metteva la tunica da prete e dava la benedizione a tutti dando il segno che era ora di andare e la gente aspettava proprio di essere benedetta prima di tornare a casa.

Tutti e cinque i vini vengono affinati per dodici mesi separatamente in barrique in legni diversi, poi viene fatto il blend e fa altri dodici mesi in legno. Fa 15,5 gradi, ma l'alcolicità non si sente. Non è un vino invadente, si sente il frutto, non è pesante da bere. E poi ha questa speziatura, questa fragranza che lo rende veramente facile da bere.

Ringraziamo Mosè per questa chicca disponibile anche nel nostro e-commerce nella versione magnum, due più due e in cassa legno da sei bottiglie. Cincin!

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