Il vino di cui vi parliamo oggi si chiama Quam Bonum, quindi… non può deludervi!

Il nome latino gli è stato assegnato dalle monache benedettine di Santa Scolastica alle porte di Roma, sue produttrici, ma il merito dell’avvio di questa attività va ricondotto all'abate Schuster.

Dopo un periodo di stop, le monache hanno ripreso in mano questo progetto nel 2013, iniziando a condividere questa esperienza con la comunità monastica di Bose.

In questo monastero, le monache benedettine gestiscono l’orto, gli olivi, e il vigneto, da cui ricavano il necessario per autofinanziarsi.

Il loro intento non è quello di fare business, il loro intento è quello di fare un lavoro fatto bene. Proprio per questo motivo stanno cercando di trasformare la loro produzione passando completamente al biologico.

Gestiscono tutto il processo a mano loro, dal raccolto dell’uva alla cura della vigna, con l’aiuto di un enologo che le segue e le sostiene. Poi, ovviamente, la vinificazione viene fatta in una cantina di Nepi, in quanto è un processo molto delicato.

I vitigni utilizzati sono la malvasia e il trebbiano, la garganega e il bombino bianco.

Il vino prodotto in questo monastero è caratterizzato da un colore giallo paglierino e da un profumo molto delicato, seppur complesso, con quale nota agrumata.

La gradazione alcolica si aggira attorno ai 13-14 gradi, ma è variabile.

Accostamento consigliato: tagliatelle al ragù bianco.

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