Il nostro viaggio tra i vitigni autoctoni oggi ci porta a conoscere il Tazzelenghe.
Siamo in Friuli-Venezia Giulia e più precisamente nella zona Colli Orientali del Friuli. Se traduciamo il nome di questo vitigno dal friulano possiamo subito farci un’idea del carattere del vino che ne deriva: ”taglia-lingua”. Di fatto, uno dei tratti significativi, o meglio, il tratto più significativo di un vino Tazzelenghe è la sua astringenza. Anche se recenti studi sul DNA gli attribuiscono una certa parentela con il refosco, vi assicuro che ha una personalità tutta sua.
Bere questo vino da giovane è decisamente una sfida, ma con qualche anno di affinamento, regala delle emozioni che restano impresse.
Qui abbiamo il Tazzelenghe dell’azienda La Viarte, un’azienda relativamente giovane ma che rappresenta una delle realtà con più ettari dedicati a questo storico vitigno. Immersa in 14 ettari di bosco selvaggio, La Viarte coltiva 34 ettari di vite producendo si dei vini internazionali ma anche diversi vini da vitigni autoctoni come refosco, pignolo, schioppettino, senza dimenticare il Friulano (ex Tocai) e la Ribolla Gialla, oltre ovviamente al nostro Tazzelenghe che assaggeremo tra poco.
Profumo ampio, piacevole, con richiami a cioccolato, tabacco e confettura di ciliegie, tabacco, legno arso e corteccia. Di colore rosso intenso con sfumature viola, il gusto è secco, avvolgente e dal tannino deciso, ma rotondo.
Il 2012 è stata un’annata molto particolare, sicuramente non delle migliori per quanto riguarda il meteo: molto freddo d’inverno, molta pioggia in primavera e afoso d’estate, nonostante questo però La Viarte è riuscita in questo vino a mettere un timbro di terroir.
Il vigneto da cui nasce questo vino è coltivato in un tipo di terreno chiamato LA PONCA, composto in pratica da marne e argille stratificate, molto ricche di minerali.
Quando e con cosa bere un vino così, beh il quando è inevitabilmente quando avete voglia di scoprire un qualcosa di particolare, anzi, direi di unico, con cosa? noi abbiamo provato l’abbinamento con il musetto o più propriamente il cotechino, e vi assicuro che si stà alla grande
Altri abbinamenti possibili? Paste gratinate con selvaggina, volatili arrosto, brasati e stufati, formaggi stagionati. Da provare con crespelle al fagiano, lepre in salsa pepata, rognone trifolato, stufato di agnello, Pecorino delle crete senesi.