Il Raboso è un vitigno tipico della tradizione contadina veneta. È presente prevalentemente nelle province di Treviso, Rovigo, Venezia e Vicenza. È presente anche nel Padovano, ma è noto con il nome di Friularo. Esistono due Denominazioni di Origine Controllata:
Dal 2011 esiste anche una DOCG denominata Malanotte.
Il raboso è un vitigno autoctono a bacca nera. Per la verità i vitigni sono due, forse tre e anche 4.
I due vitigni più noti sono:
Nasce nelle rive sinistra del fiume Piave. Si trovano documenti che parlano del Raboso già agli inizi del seicento. E' un vino che per tipicità è austero, tannico, con una buona acidità e decisamente corposo. Non di semplice beva, ma che regala, specialmente a livello olfattivo, un viaggio sensoriale in una macedonia di frutti rossi. In commercio se ne trovano veramente di molte versioni.
La conoscenza e la valorizzazione del Raboso Piave è sostenuta anche da una Confraternita fondata il 27 dicembre 1996 con sede nel comune di Vazzola, che si propone anche di conservare, sviluppare ed esaltare le migliori tradizioni legate a questo nobile vino e di favorire tutte le iniziative tese all'elevazione culturale dei Confratelli, promovendone l'educazione enogastronomica.
Questo vitigno non c'entra nulla con la città di Verona. Le analisi genetiche, infatti, hanno dimostrato che è figlio di un incrocio, probabilmente spontaneo, tra Raboso Piave e Marzemina Bianca. Il nome deriva invece da chi per primo, nell’ottocento presso l'azienda dei Conti Papadopoli, importò il vitigno nel trevisano. A differenza della Raboso Piave, il veronese genera vini meno tannici, più morbidi, ma sempre con una discreta acidità.
Nel 1870, esistevano anche due varietà a bacca bianca:
Queste sono state riscoperte di recente da alcune aziende vinicole della zona della destra Piave che le vinificano sia ferme che frizzante con il nome di grapariol.