Siamo nella barricaia di Kellerei Bozen per degustare un Pinot nero riserva a quattordici gradi alcol. Cantina Bozen nasce nel 2001, ma come struttura sono qui dal
2018. Il loro punto di forza è aver costruito la cantina per sfruttare i 35 metri di dislivello dal punto più alto al punto più basso. Lavorano su cinque livelli in caduta. Questo permette di non andare a spezzare la buccia dell'uva, di avere un'uva integra il più a lungo possibile, quindi vini più puliti, vini che sanno del varietale dell'uva da cui nascono.

Qui abbiamo aperto il loro Pinot Nero Riserva. È un duemilaventi. L'uva viene raccolta, portata in cantina, vinificata in tini tronco conici da 50 ettolitri con dei follatori automatici che permettono di tenere sempre umida la vinaccia. Fa una sosta post fermentativa sempre a contatto con la buccia. Dopo un anno di barrique, il vino viene imbottigliato e dopo qualche mese esce sul mercato.

Ovviamente il vino poi ha una fase evolutiva: All'inizio si sentono magari di più le parti fruttate, poi col tempo escono le spezie. È bello anche scoprire l'evolversi di questo vino. La parte fruttata è un po' atipica, si sente una bella nota di prugna piacevole. È molto equilibrato, luminoso e acceso. Ha un colore vivo. È complesso anche al naso. Non è caricato di sovrastrutture, si sente il gusto varietale dell'uva di partenza e poi pian piano con gli anni anche l'evoluzione. È un vitigno alto di quota, siamo sui 750 metri di altezza. Quello che piace di questo vino è che pur avendo un'ottima bevibilità, pur essendo facile, ha anche persistenza, ha anche una memoria. Si sente sempre la sua complessità.

Un calice così in Alto Adige si può abbinare alla cacciagione con confettura di frutti di bosco che ritroviamo poi nel calice. Oltre alla cacciagione però ci stanno bene anche i formaggi saporiti. È un vino da compagnia, da chiacchiera, non troppo complicato. Vanno bene anche i formaggi stagionati non troppo saporiti.

Non ci resta dunque che provare l'abbinamento, cin!

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