Ci è già capitato di dire che l’Italia è il paese che produce la maggior quantità di vino al Mondo. L’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino ha calcolato che nel 2022 ne abbiamo prodotti 49,8 milioni di ettolitri. Però il Bel Paese non vince la medaglia d’oro anche per superficie vitata perché, in questo caso, si considerano anche le produzioni di uva da tavola, da succhi e uva passa. Infatti al primo posto c’è la Spagna, al secondo la Francia e al terzo Cina. Poi noi, poi la Turchia. Considerate che, messi insieme, questi 5 paesi hanno un po’ più del 50% della superficie vitata mondiale!

E all’interno di questa ipotetica vigna globale, quali sono i vitigni più coltivati? Spoiler: non sono tutte varietà da vino!

I dati più recenti che ho trovato sono del 2017, e mettono al decimo posto il vitigno Grenache noir (o Garnacha tinta), un vitigno a bacca nera nato in Francia, ma coltivato anche in Spagna, Australia, Provenza, Valle del Rodano e Stati Uniti. Diffondendosi nell’area mediterranea, ha dato vita anche a varietà territoriali come il Cannonau in Sardegna e il Tocai rosso qui in Veneto.

Al nono posto troviamo l'uva Red Globe, che è una varietà rossa a seme molto grande, con polpa soda, utilizzata principalmente come uva da tavola, che può essere coltivata all'aperto in zone molto calde come la California, il Cile o l'Australia, ma che nella maggior parte del mondo viene coltivata in serra.

All’ottavo posto c'è l'uva Syrah o Shiraz, protagonista di molti vini rossi pregiati. È un vitigno internazionale che, dalla Francia, è stato esportato in tutto il mondo. In varie regioni italiane vengono prodotti vini eccezionali vinificati in purezza o in blend con altri vitigni.

Al settimo posto, ecco lo Chardonnay. Originario della Borgogna, è un incrocio tra Pinot nero e Gouais blanc. È molto duttile e si adatta bene a climi diversi, quindi si è diffuso rapidamente in Europa e nel resto del mondo, infatti è molto coltivato anche in California e Australia. Lo Chardonnay è anche protagonista di prestigiosi champagne, con bollicine fine e un gusto fresco leggermente agrumato.

Al sesto posto c'è l'Airén, un vitigno a bacca bianca diffuso quasi esclusivamente in Spagna, dove viene usato soprattutto come base per i brandy e nei tagli con altri vini. Infatti veniva tradizionalmente assemblato col Tempranillo per avere dei rossi più leggeri.

E proprio l'Uva Tempranillo è al quinto posto. Ampiamente coltivata in Spagna, dov’è forse la varietà a bacca nera più importante, e in Portogallo, dove entra a far parte del famoso Porto rosso. Una curiosità: in Italia è stato spesso confuso con la Malvasia Nera, quindi oggi non è chiaro quanti degli ettari di Malvasia censiti siano in realtà Tempranillo.

Al quarto posto, il rinomato Merlot, che è diffuso in tutta Europa, soprattutto in Francia e nella regione della Gironda, da dove probabilmente proviene. Questo vitigno si adatta facilmente a diversi tipi di clima e terreno e ne interpreta le caratteristiche come poche altre varietà in circolazione, tanto che, per esempio, i Merlot trentini o friulani sono completamente diversi da quelli toscani o siciliani.

E siamo arrivati in zona podio!

La medaglia di bronzo va all'Uva Sultanina che, come fa pensare il nome, viene coltivata soprattutto in Medio Oriente e Asia Centrale. Questa è stata la prima varietà senza semi coltivata al mondo! Per questo motivo e per la sua dolcezza, come si sa, viene prodotta principalmente per essere essiccata e utilizzata in pasticceria. Però si consuma anche come uva da tavola, se ne producono vini negli Stati Uniti e in Turchia e si distilla per la produzione del raki, che è quella specie di grappa che si trova in Turchia, Grecia e Albania e che può essere aromatizzato all’anice.

Al secondo posto abbiamo il rinomato Cabernet Sauvignon, nato dall’incrocio di Cabernet Franc e Sauvignon Blanc. Come il Merlot, anche lui è originario della regione della Gironda e proprio in Francia è presente la maggior quantità di vigneti. È ampiamente coltivato anche in Cile, Stati Uniti, Australia e, ovviamente, in varie regioni italiane, tra le quali Veneto e Sicilia sono i maggiori produttori.

E finalmente al primo posto quale vino ci sarà? Indovinate un po’? E invece no! L’uva più coltivata al mondo è un’uva da tavola! Si chiama Kyoho ed è stata creata tramite incroci in Giappone, prima della seconda Guerra Mondiale. Dei 365.000 ettari censiti nel 2015, più del 90% si trovano in Cina e, oltre che in Giappone, si coltiva anche in Sud Corea, California e Cile. È famosa per i suoi acini dolci, con una grandezza superiore alla media e di colore rosso scuro, quasi nero. Ha semi grandi, ma con particolari trattamenti, si possono ottenere anche acini senza semi. Questa varietà è anche apprezzata per il suo succo, che rientra nella preparazione di cocktail.

Ho trovato che c’è anche qualche produttore giapponese che fa il vino con quest’uva, ma molto pochi. Secondo me è un peccato! Sai quanti ettolitri se ne potevano fare… E secondo voi?

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