Come l'Etna condiziona gusti e sentori del vino?

La storia dei vitigni autoctoni dell'Etna fonda le sue radici lontana nei secoli se non, addirittura, nei millenni. Se vuoi comprendere fino in fondo le peculiarità e l'essere speciali dei vitigni autoctoni di questo territorio è necessario che tu conosca bene la montagna, la storia di quello che è il vulcano più alto d'Europa. Si hanno notizie di vitigni importanti sin dall'epoca dei greci e dei romani. Ed oggi, questi vitigni sono ancora coltivati con le tradizioni di un tempo prendendo dalla modernità solo quanto strettamente necessario. Se ti troverai a passeggiare sul territorio dell'Etna, tra le zone di Mascali e Randazzo, potrai ammirare vigneti dalla storia secolare. In particolare tra Randazzo e Castiglione di Sicilia si produce circa il 37% dei vini dell'Etna: vini unici proprio perché unici sono i territori da cui nascono. 

Ma in che modo un territorio come quello dell'Etna influenza i gusti e i sentori dei vini che vi si producono? Sono diversi i fattori che devi prendere in considerazione se vuoi davvero comprendere perché questi vini sono talmente particolari e davvero irripetibili.

Il primo fattore è sicuramente il terreno. Le sabbie vulcaniche che contraddistinguono queste zone sono terreni senza calcio e poveri anche in azoto e fosforo. Risultano, invece, ricchi di potassio, ferro e rame e questi sono dettagli che vanno a "mineralizzare" non poco tutti i vini dell'Etna. 

La vicinanza del mare è un altro fattore che incide notevolmente sui vini dell'Etna così come lo sono anche le temperature medie del luogo che risultano essere più basse rispetto a quanto avviene nel resto della Sicilia. In alcuni momenti dell'anno, specialmente tra la primavera e l'estate, puoi assistere a notevoli escursioni termiche tra il giorno e la notte (fino a 30°C). Tutte queste differenze climatiche tra una zona e l'altra derivano essenzialmente dalla superficie troncoconica delle zone coltivate.

Il clima influisce sulle coltivazioni delle viti non solo per le temperature ma anche per le piogge. Ad est del vulcano piove di più rispetto a quanto avviene, invece, ad ovest. I vigneti, in ogni caso, affrontano queste circostanze senza problema dal momento che il terreno vulcanico è molto drenante. Ma dalla quantità di pioggia ricevuta dipende la quantità di minerali assorbita e, di conseguenza, il gusto di ogni prodotto.

In definitiva, se conosci i vini dell'Etna saprai di certo che sono tutti contraddistinti da acidità e sapidità oltre che dall'alta presenza di minerali proprio dovuti al terreno vulcanico ed una cosa è certa: nella zona nord dell'Etna si producono vini che sono tra i migliori della Sicilia.

Per la qualità generale, poi, i vini dell'Etna non temono nemmeno i più grandi vini internazionali.

Quali sono i principali vitigni autoctoni dell'Etna?

Sei un appassionato di vini e desideri conoscere più da vicino i vitigni autoctoni dell'Etna? Sei nel posto giusto perché stai per conoscere alcuni dei prodotti più rinomati del luogo, importanti per il gusto e per la storia che hanno alle spalle. Si tratta del Nerello Mascalese, del Nerello Cappuccio, del Carricante e della Minnella. 

Nerello Mascalese

Il Nerello Mascalese è sicuramente il principale tra tutti i vitigni autoctoni dell'Etna. Inizialmente si trattava di un vitigno coltivato solo ed esclusivamente nelle province di Catania e Messina. Oggi ha trovato spazio anche in altre province, come quella di Trapani o di Agrigento. Non a caso, il Nerello Mascalese è il secondo per diffusione sull'isola, secondo solo al Nero d'Avola. Il Nerello Mascalese è un vitigno appartenente al gruppo dei Nigrelli e potrai sentirlo chiamare con il termine siciliano di Niureddu Mascalisi, dal nome della località dove viene prodotto, ovvero Mascali. Si coltiva, infatti, tra i 350 e i 1.050 metri di altitudine ed ha una maturazione tardiva. Viene raccolto, infatti, nella seconda metà di ottobre. Se dovessi trovarti con un calice di Nerello Mascalese in mano dovresti innanzitutto goderti le sensazioni che può darti all'olfatto. Si tratta di un rosso speziato e potrai sentirne le note di tabacco, di fiori, di liquirizia e di frutti rossi. In bocca sentirai immediatamente la sua grande consistenza e noterai il sapore persistente di liquirizia. Il Nerello Mascalese è tra i vini dell'Etna più acidi che puoi trovare, contraddistinto tra l'altro anche da gradazioni alcoliche piuttosto importanti. Come puoi abbinare, in tavola, questo vino? Il Nerello Mascalese è sicuramente la scelta ideale per accompagnare piatti come arrosti, selvaggina e formaggio stagionato.

Nerello Cappuccio o Mantellato

Parlando del Nerello Cappuccio o Mantellato in terra siciliana potrai sentirlo chiamare Mantiddatu Niuru o Niureddu Ammattidatu. Questo vitigno deve il suo nome al portamento alquanto strano della pianta. Le foglie, infatti, sembrano proteggere ogni singolo grappolo come fossero un mantello o, per l'appunto, un cappuccio. Le origini di questi vitigni sono ancora sconosciute e oggi, a causa dell'abbandono da parte di numerosi viticoltori, corre il serio rischio di estinzione. Il versante dell'Etna ideale per la coltivazione del Nerello Cappuccio è quello di est/sud-est ad un'altitudine che è sempre compresa tra i 350 e i 900 metri sopra il livello del mare. Proprio come il Nerello Mascalese, anche il Mantellato ha una maturazione tardiva in quanto viene raccolto normalmente tra la seconda settimana di settembre e la prima di ottobre. Si ottiene un vino che profuma di frutta e spezie con forti accenti che richiamano il legno e la vaniglia. E al gusto, invece, cosa sentirai? Il sapore di questo vino ti sembrerà da subito secco e acido con una notevole persistenza di un aroma di frutti rossi. Date queste caratteristiche, quali sono, in questo caso, gli abbinamenti migliori? Potrai associare il vino in questione, ad esempio, ad un buon piatto di carne rossa o al formaggio stagionato.

Carricante

Il Carricante è tra i vini più antichi che vengono prodotti sull'Etna. All'incirca da mille anni, infatti, questo vitigno viene coltivato sul vulcano e, dunque, ha una lunga storia alle spalle. Si tratta di un vino bianco in cui potrai trovare concentrate tutte le principali essenze della Sicilia. Le origini del Carricante si fanno ricadere attorno al comune di Viagrande e si coltiva facilmente ad altezze comprese tra i 950 e i 1.050 metri sopra il livello del mare. In Sicilia potrai sentire chiamare questo vino con il termine siciliano "Carricanti". Il nome, in particolare, si deve ad una delle principali caratteristiche di questo vitigno, ovvero la grande produttività. Si tratta, dunque, di una varietà che produce davvero molto. Il Carricante è un vino bianco che si contraddistingue, come buona parte dei vini autoctoni dell'Etna, per una maturazione tardiva. Viene, infatti, normalmente raccolto nella seconda metà di ottobre, un po' come avviene per il Nerello Mascalese. Sottoponendo il Carricante alla prova dell'olfatto, sentirai sicuramente un profumo di mela, anice e zagara. E una volta che passerai alla prova vera e propria cosa scoprirai? Le sorprese non sono finite perché il Carricante ti stupirà con il suo sapore secco e performante. Ha un sentore agrumato marcato, così come non mancano quello erbaceo e quello minerale. In alcuni casi, il Carricante viene lavorato sulla feccia e acquista anche un piacevole sentore di miele. Non potrai certamente resistere al suo gusto e potrai abbinarlo con estrema soddisfazione del palato a tutti i piatti a base di pesce.

La Minnella

Tra i principali vitigni autoctoni del territorio Etneo si colloca anche la cosiddetta Minnella. Un’uva dal nome particolare che deriva dal siciliano Minna e che trae origine, essenzialmente, dalla forma allungata degli acini che ricorda un po' quella del seno di una donna. Minna, infatti, in siciliano significa proprio mammella. Curioso di conoscere il nome siciliano? Semplicemente Minnedda Ianca, dove il termine Ianca si traduce proprio come bianca per identificare il colore del vino. Non si sa praticamente nulla su quelle che sono le origini di questo vitigno. La produzione avviene sul versante est dell'Etna, come per il Carricante, attorno ai territori di Viagrande a circa 450-500 metri sopra il livello del mare. Rispetto agli altri vitigni autoctoni, la Minnella ha una maturazione meno tardiva. La raccolta, infatti, avviene generalmente nella seconda metà di settembre. Non lontana, dunque, da tutti gli altri vitigni siciliani. Alla vista, il vino prodotto con quest’uva ti apparirà di un bel colore giallo paglierino. Il suo profumo saprà catturarti perché è molto intenso ed ha un forte sentore di anice. Al palato, invece, potrai sentire da subito la sua freschezza armoniosa abbinata ad una buona persistenza di aromi. La Minnella non ha particolari segreti nemmeno per quanto concerne gli abbinamenti in cucina. L'accostamento migliore, in cui potrai davvero assaporarne ogni dettaglio, è quello con i piatti di pesce più delicati anche se non disdegna anche i piatti dal sapore più deciso.

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