L’amarone è un uvaggio DOCG della Valpolicella in provincia di Verona. Da disciplinare è composto da:
È possibile sostituire Corvina con Corvinone fino ad un massimo del 50%. Infine, possono concorrere alla sua produzione, fino ad un massimo del 25%, uve provenienti da vitigni a bacca rossa non aromatici e autoctoni italiani la cui coltivazione è ammessa nella provincia di Verona.
L’amarone è un “recioto scappato via”. Un tempo, infatti, in Valpolicella si produceva solo il Recioto, che è un vino rosso dolce e vellutato. Con il completamento del processo di fermentazione, i lieviti trasformano gli zuccheri in alcol dando al Recioto un gusto, appunto, secco ed amaro. Ecco perché in origine l’Amarone veniva chiamato Recioto Secco o Amaro. La nascita dell’Amarone è coperta da un alone di mistero.
La tradizione vuole che risalga al 1936 e sia da attribuirsi ad Adelino Lucchese capo cantina della Cantina Sociale Valpolicella, che aveva allora sede in Villa Mosconi ad Arbizzano di Valpolicella e oggi di proprietà della famiglia Bertani. Sembra, che il buon Adelino, assaggiato un bicchiere di Recioto spillato da una botte dimenticata in cantina abbia esclamato in modo entusiastico: “Questo non è un Amaro, è un Amarone”. Nacque così l’Amarone il cui nome fu subito ripreso e utilizzato in dalla Cantina per identificare il Recioto Amaro. Non sappiamo se sia proprio andata così. Forse, come dice il consorzio di tutela, la nascita dell’Amarone è da attribuirsi da un processo evolutivo più lento basato su prove ed errori trainato dalla domanda di mercato. Ma a noi piace immaginarlo così, come frutto di una scoperta casuale nella penombra di una cantina di una villa ricca di storia.