Premetto che sono Veneto e quindi sono nella patria del Prosecco. Il mio giudizio, perciò, potrebbe essere giudicato di parte. Ciò nonostante, voglio dire la mia (che ovviamente è, e vuole restare, una semplice opinione, un punto di vista da chi questi prodotti li beve e li vende da quasi 20 anni) sull’opportunità o meno di comparare il prosecco con altre bollicine molto spesso ritenute più nobili. Lo voglio dire perchè mi capita spesso di leggere commenti, critiche o addirittura accuse su chi apprezza o confronta questo tipo di vino con Franciacorta o addirittura Champagne.
Dico subito la mia opinione. Paragonare vini diversi ottenuti con uve e metodi diversi è SBAGLIATO. Sarebbe come paragonare una macchina sportiva con una…monovolume, sono entrambe macchine, possono essere certamente usate spesso nella stessa situazione ma sono perfette in situazioni praticamente opposte.
Il Prosecco è ottenuto principalmente da uve Glera e spumantizzato con metodo Martinotti. E’ un vino che vuole fare la parte della “compagnia facile” (non fraintendete) :-)) e il suo valore va ricercato proprio in questo. E’ semplice, immediato, fruttato, senza grossissime pretese. Non bisogna essere per forza intenditori per apprezzarlo ed è quindi (anche per la sua fascia di prezzo) alla portata di tutti. E’ la presenza ideale quando si ha voglia di aprire una bottiglia senza impegno, vuoi per la situazione, vuoi per la compagnia. Immaginate di essere tra amici, al mare, sono le 12:00, venite su dall’acqua, avete ancora la bocca salata……cosa dite….non ci sta un aperitivo in scioltezza? Questo è il terreno del Prosecco.
Diverso il vino, diverso il metodo e, secondo me, diversa anche “l’atmosfera” per un metodo classico che, fatto in Trento doc, in Franciacorta, nelle Langhe o in qualche altra zona (non voglio citare i nostri vicini dell’oltralpe che meriterebbero un capitolo a parte), esige qualche attenzione in più (ribadisco che questo è un mio punto di vista). Stiamo parlando di un vino ottenuto per la maggior parte delle volte da uve chardonnay, pinot nero e pinot bianco (messe assieme oppure no) e reso spumante con il metodo della rifermentazione in bottiglia. Si presenta quindi con una struttura e una complessità di profumi e sentori che sono spesso “ipnotici”. Tra le varie zone e produttori (ma anche tra le tipologie e la durata di sosta sui lieviti) ci possono, anzi ci sono, differenze anche sostanziali ( a livello gustativo) e quindi anche le situazioni vanno calibrate (anche da questo deriva “l’impegno” di questa tipologia di vino). Restiamo sempre al mare? Ok, allora immaginate questa volta di essere in barca a vela, sono le 19:00, avete appena fatto l’ultimo bagno, vi state asciugando e vi accorgete che sul tavolino c’è un vassoio di ostriche e scampi crudi…..un secchiello del ghiaccio con una bottiglia che sollevate e…….un bel metodo classico (ne sceglierei uno particolarmente fresco e sapido)…..la serata parte a bomba!!
Ognuno di noi ha il sacrosanto diritto di bere quello che vuole in qualsiasi situazione lo ritenga adatto.
Ognuno di noi ha i propri gusti (spesso basati sulle personali esperienze).
NESSUNO di noi ha invece il diritto di criticare le scelte o i gusti altrui.
Concludo facendo un brindisi a tutti gli appassionati (esperti o meno) di vino.
CIN!