Cinque Denominazioni, Un Solo Territorio: la Forza del Vino Veneziano

Durante Vinitaly 2023, AcinoNobile ha incontrato Stefano Quaggio, direttore del Consorzio Vini Venezia, per approfondire il valore di una realtà vitivinicola che tutela e promuove alcuni dei vini più rappresentativi del Veneto orientale.

Il consorzio riunisce cinque denominazioni d’origine:

Il Malanotte del Piave DOCG: un Raboso di carattere

Tra le eccellenze spicca il Malanotte del Piave DOCG, vino rosso importante, prodotto con Raboso Piave in purezza. Il disciplinare prevede almeno 36 mesi di affinamento, di cui 12 in legno e 4 in bottiglia. Un vino dalla lunga evoluzione, ancora poco conosciuto a livello internazionale, ma ricco di struttura, profondità ed eleganza.

Vitigni autoctoni veneti: un patrimonio da riscoprire

Oltre alle denominazioni, il consorzio valorizza diversi vitigni autoctoni come:

Vitigni che rappresentano la tradizione enologica del territorio e che oggi stanno vivendo una nuova primavera, anche grazie a vinificazioni innovative come quella in anfora.

I Numeri del Successo: 13 milioni di Bottiglie Prodotte

Il 2022 è stato un anno positivo per il consorzio, con oltre 13 milioni di bottiglie prodotte (+10% rispetto al 2021). A trainare il successo è la Venezia DOC, soprattutto con il Pinot Grigio, seguito da Tai, Raboso Piave e Manzoni Bianco.

Territorio, Resilienza e Sostenibilità

Il consorzio affronta anche le sfide del cambiamento climatico. In zone come il Lison-Pramaggiore, il suolo argilloso e il caranto aiutano a trattenere l’umidità, contrastando gli effetti della siccità. Un esempio di come il legame tra viticoltura e territorio sia oggi più importante che mai.

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